Voci dai libri 2016 settembre-novembre 2016
Nell’ambito della rassegna culturale ‘Voci dai Libri 2016‘, l’Agriturismo Gallina Giacinto è lieto di annunciare la presenza di Marco Revelli sabato 5 novembre 2016, ore 18:00, che illustrerà il libro ‘NON TI RICONOSCO‘, Un viaggio eretico nell’Italia che cambia (Einaudi, 2016). Conduce Franco Vaccaneo.
A fine incontro Moscato d’Asti ‘Farfarello’ e torta di nocciole offerti dall’Agriturismo Gallina Giacinto.
Coloro che lo desiderano, potranno proseguire la serata con cena presso l’Agriturismo, per la quale è richiesta la prenotazione.
‘Voci dai libri 2016’, incontri gratuiti e aperti a tutti tra letteratura, arte, musica, cinema, a cura di Franco Vaccaneo.
‘Voci dai libri 2016’ ottobre-novembre, consultate la Locandina ‘Voci dai Libri 2016’ completa.
Marco Revelli insegna Scienza della politica all’Università del Piemonte orientale. Fra i suoi ultimi: Le due destre: le derive politiche del postfordismo (1996), La sinistra sociale (1999). Per Einaudi ha curato il testo di T. Ohno, Lo spirito Toyota («Einaudi Contemporanea»). Nel 2001 ha pubblicato il saggio Oltre il Novecento, nel 2003 La politica perduta, nel 2010 Poveri, noi, nel 2013 Finale di partito e nel 2016 Non ti riconosco.
«L’io non si sente più “a casa” in nessun luogo del mondo perché “il mondo” non ha più nulla ormai di famigliare, di “domestico”. In una parola: di riconoscibile…[…] Un viaggio si fa o per fuggire da qualcosa, o per cercare qualcosa» Marco Revelli
(Dal sito Einaudi.it) «Un viaggio per tappe della mente e del cuore nell’Italia del boom economico, del sogno, della decadenza. Di pieni fattisi d’improvviso vuoti. Di momenti di caduta e stordimento, ma anche di grande condivisione e cambiamento».
«Nel corso di questo lungo viaggio erratico tra le pieghe di un Paese sospeso, ho incontrato un’infinità di tracce di metamorfosi istantanea. Di futuri fattisi istantaneamente anteriori. Di promesse appena immaginate e già mancate. Di progetti iniziati e non terminati. E i segni di mappe che non valgono piú. Ma non riesco a considerarli simboli di un paradiso perduto».
Un viaggio in Italia, da Torino a Lampedusa, sulle tracce di città e territori conosciuti, amati, e poi, a volte, perduti. Di luoghi dell’esperienza e della memoria che mutano nel tempo e nelle stagioni fino a «non riconoscerli piú», ma di cui non puoi, comunque, fare a meno. Di paesaggi familiari che giorno dopo giorno stupiscono, disorientano, promettono nuove frontiere. Cosí Torino, prima tappa del viaggio, è un luogo in cui può succedere di perdersi. Ci si può perdere non tanto nel centro, fissato dai recenti restauri in cartolina da consumare con i piedi e con lo sguardo piú che da abitare, ma già nella prima periferia dove i negozi chiudono e le vetrine cambiano volto: la gastronomia diventa un hard discount e la piccola gioielleria di quartiere inalbera la pacchiana bandiera del «compro oro». E ci si può perdere nella seconda periferia dove la scomparsa della grande fabbrica e la trasformazione della vecchia metropoli di produzione ha «sciolto» il paesaggio mutandone anima e corpo. Ma oggi Torino è anche Arduino: una «piattaforma hardware low cost programmabile» che sa innaffiare i fiori alle ore stabilite, guidare un drone in spazi chiusi, gestire un appartamento con il comando vocale. Una risorsa eccezionale open source messa a disposizione di tutti. Un simbolo del futuro. Il viaggio continua, attraversando la nostra penisola, percorrendo autostrade deserte o mescolandosi alla folla, incrociando le storie dei suoi abitanti e ascoltandone ricordi e sogni, accompagnati dal suono del vento negli ulivi o fra gli scogli di una piccola isola lontana. Cosí si scopre il paese abbandonato di Consonno, nel cuore della Brianza, certo il piú bizzarro ghost village italiano, una sorta di «Disneyland lombarda» o il quadrante orientale, il Nordest del grande balzo in avanti e del duro rinculo, o il distretto di Prato, alle porte di Lucca e Firenze, testimone di antichi saperi artigiani sfidati dall’Oriente. E le antiche cattedrali nel deserto del Sud: l’Ilva di Taranto, le industrie chimiche di Saline Joniche, il porto di Gioia Tauro, un bacino lunghissimo a forma di fagiolo protetto da enormi colonne di cemento, e una brughiera spoglia che ha sostituito piú di ottocentomila alberi: aranci, limoni, ulivi secolari. Fino a Lampedusa luogo di arrivo e di sbarco continuo di altre realtà. Porta di entrata e di uscita. Isola che nel suo perimetro breve contiene tutte le fini e tutte le speranze».
Voci dai libri 2016: sfoglia un estratto del libro da Google Books o guarda l’anteprima:
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